Ha cambiato le sorti di milioni di persone con il diabete. Centro di dibattiti e polemiche, quest’anno l’insulina festeggia il Centenario dalla sua scoperta.
Le origini del farmaco salvavita risalgono agli inizi del Novecento, quando due medici canadesi, Frederick Grant Banting e Charles Herbert Best (all’epoca degli esperimenti ancora studente), isolano per la prima volta l’isletina. Poco dopo, Leonard Thompson, un ragazzo di 14 anni che rischiava di morire di diabete in un ospedale di Toronto, diventa la prima persona a ricevere un’iniezione di insulina. Il risultato è incredibile: entro 24 ore, i livelli pericolosamente alti di glucosio nel sangue di Leonard scendono a livelli quasi normali, salvandogli la vita.
Le notizie sulla possibilità di iniettare il farmaco si diffondono rapidamente in tutto il mondo e Banting, con l’aiuto del collega John Macleod, sviluppa una forma di insulina più pura, prodotta dal pancreas bovino, che riceve il premio Nobel per la medicina. È poi nel 1978 che viene finalizzata la prima insulina umana, ottenuta per via sintetica, con molti vantaggi associati.
“La scoperta dell’insulina è certamente uno degli avvenimenti chiave nella storia della medicina, che ha permesso di cambiare la vita di molte persone. Negli ultimi cento anni, la ricerca ha compiuto molti passi in avanti nel campo del diabete, mettendo a punto farmaci sempre più efficaci, in grado di agire non solo sulla glicemia, ma anche su ipoglicemie, riduzione del peso corporeo, rischio cardiovascolare, nefropatia, tutte condizioni che sono associate alla malattia”, afferma Roberto Pella, coordinatore intergruppo parlamentare obesità e diabete.
La mancanza di questo ormone nel sangue o la difficoltà a utilizzarlo correttamente portano a sviluppare, rispettivamente, il diabete di tipo 1 (per lo più di origine autoimmune) e il diabete di tipo 2 (molto eterogeneo, ma in larga misura di origine metabolica). Tutti i tipi di diabete si manifestano attraverso l’iperglicemia, cioè l’elevazione della concentrazione dello zucchero nel sangue.
Nel diabete di tipo 1, poiché le cause alla base di questa malattia sono attualmente ancora ignote, l’insulina è a oggi l’unica terapia salvavita, che oltretutto deve essere somministrata di continuo attraverso iniezioni multiple giornaliere e strumenti indossabili denominati “microinfusori”. Nel diabete di tipo 2 la terapia con insulina non è, nella maggior parte dei casi, salvavita, ma si rende ugualmente necessaria in una proporzione di circa un terzo dei casi.
A oggi gli strumenti di monitoraggio e i corretti stili di vita rappresentano le migliori armi a disposizione per trattare questa malattia cronica invalidante. Ai risultati raggiunti nel campo della terapia grazie agli sviluppi tecnologici occorre aggiungere anche la ricerca scientifica, che da anni è impegnata nel capire le cause della malattia, unica possibilità per giungere a una cura definitiva e alla prevenzione.
In Italia sono 4 milioni le persone affette da diabete e il numero è in continua crescita. La patologia coinvolge sempre più i bambini nei primi anni di età e registra un divario tra regioni del nord e del sud. Nota positiva dell’ultimo decennio è però la diminuzione di oltre il 20% della mortalità per diabete.
Anche se la scoperta dell’insulina ha consentito di salvare milioni di vite e rappresenta la terapia base del diabete, oggi questa malattia continua a colpire milioni di persone nel mondo.