Sanguinamento delle gengive, recessione gengivale, alitosi e ascessi o mobilità dei denti. Sono questi i 4 campanelli d’allarme da non sottovalutare quando si parla di salute orale. La parodontite, malattia infettiva batterica che colpisce i tessuti di supporto dei denti e può causarne la caduta, colpisce circa il 35-40% della popolazione adulta, ovvero 6 milioni di persone che spesso però non ne sono consapevoli. Se diagnosticata in tempo, può essere curata con terapie non chirurgiche, che consentono di interrompere un processo infiammatorio fin dagli stadi iniziali, prima che questo porti ad una compromissione dei denti e conseguenze su tutto l’organismo.
Il problema è che “ai primi stadi è asintomatica e questo rischia di comportare un ritardo nella diagnosi e nella cura. Per questo, assume particolare importanza la seduta d’igiene dentale professionale, occasione fondamentale per identificare il problema anche in assenza di segnali evidenti”, spiega Francesco Cairo, professore e responsabile dell’Unità di Ricerca Clinica in Parodontologia e Medicina Parodontale dell’Università di Firenze, presidente eletto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
Una corretta igiene orale quotidiana, eseguita almeno tre volte al giorno con spazzolino, filo interdentale e scovolino e l’utilizzo di collutorio scelto in base alle proprie specifiche esigenze, sono solo il primo step per il mantenimento del microbiota orale, ovvero la popolazione di microorganismi (batteri, funghi, protozoi e virus) che contribuiscono al funzionamento del sistema immunitario. Per la cura del microbiota orale sono disponibili collutori a uso quotidiano innovativi, adatti a utilizzo prolungato, che agiscono tenendo sotto controllo il biofilm su denti, gengive, impianti e protesi.
“La parodontite concorre a molti meccanismi infiammatori che sono alla base di diverse patologie come diabete, malattie cardiovascolari e gastrointestinali. – sottolinea Cairo – La relazione tra queste malattie sembra essere bidirezionale, ovvero se da un è lato è dimostrato che l’infiammazione parodontale concorra ad altri meccanismi di infiammazione generale, dall’altro i trattamenti di queste ultime portano ad un miglioramento del profilo sistemico del paziente diabetico”.
I principali fattori di rischio, così come per le più comuni malattie sistemiche, sono riconducibili a degli stili di vita scorretti come fumo, una dieta poco salutare, in particolare ad alto contenuto di zuccheri, scarsa attività fisica, consumo di alcool ed elevato stress. Queste causano una riduzione della capacità del sistema immunitario di interagire con batteri che normalmente sono presenti all’interno del nostro corpo, favorendo stati di infiammazione potenzialmente pericolosi. “In generale, tutto ciò che previene le malattie sistemiche più comuni aiuta anche a mantenere in salute la nostra bocca, ciò che fa bene al nostro organismo è ciò che fa bene ai nostri denti e gengive”, conclude Cairo.