Monitorare sintomi e benessere può essere d’aiuto per migliorare il riconoscimento e la diagnosi dell’apnea ostruttiva del sonno (OSA). A confermarlo è la dichiarazione scientifica pubblicata dall’American Heart Association(AHA) su “Circulation”, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e l’identificazione della condizione patologica nella pratica clinica quotidiana.
Circa un terzo degli uomini e il 17% delle donne soffrono di OSA. Nei pazienti con malattie cardiovascolari (CVD), la prevalenza è ancora più alta: dal 40% all’80%.
Il documento offre una guida aggiornata su come effettuare al meglio lo screening e la gestione dei pazienti sospettati di avere un disturbo del sonno, indicando come il trattamento dimostri miglioramenti quali l’umore e la produttività del lavoro. “I pazienti possono ora essere sottoposti a screening per OSA utilizzando un kit domiciliare di studio del sonno se scelgono di non andare in un centro di sonno per i test. – rileva Yerem Yeghiazarians, presidente del comitato della University of California, San Francisco – Inoltre, poiché alcuni pazienti rifiutano di indossare la maschera CPAP (ventilazione meccanica a pressione positiva continua) e/o ne sono intolleranti, ci sono opzioni alternative di terapia come apparecchi orali, perdita di peso, terapia posizionale, interventi sullo stile di vita o altri metodi chirurgici che potrebbero essere applicabili per un determinato paziente”.
La dichiarazione scientifica consiglia ai cardiologi di effettuare uno screening per OSA in pazienti con ipertensione resistente/scarsamente controllata, ipertensione polmonare e fibrillazione atriale (AF) ricorrente a seguito di cardioversione o ablazione. Una valutazione formale del sonno è considerata ragionevole nei pazienti con insufficienza cardiaca (HF) con classe funzionale II-IV della New York Heart Association (NYHA) e sospetto di respirazione disordinata del sonno o eccessiva sonnolenza diurna, al fine di distinguere l’apnea del sonno ostruttiva dall’apnea del sonno centrale (CSA), in cui la respirazione si ferma e inizia ripetutamente durante il sonno. Anche per i pazienti con sindrome del nodo del seno, tachicardia ventricolare e sopravvissuti ad arresto cardiaco improvviso in cui vi è il sospetto di OSA si consiglia lo screening, oltre a quelli con angina, infarto del miocardio (IM), aritmie o shock appropriati da defibrillatori impiantati. “Una storia di sonno, idealmente ottenuta con l’assistenza di un partner a letto, dovrebbe includere domande sulla frequenza e la gravità del russare, ansimare o inspirare con il naso durante il sonno, frequenti risvegli o interruzioni del sonno e eccessiva sonnolenza diurna, in particolare difficoltà a mantenere la vigilanza, periodi involontari di addormentamento o guida sonnolenta” scrivono Yeghiazarians e colleghi.
Gli strumenti consigliati per la valutazione della probabilità di OSA includono i questionari di Berlino, lo STOP-BANG e lo STOP, da utilizzare con la consapevolezza che possono sottovalutare la condizione in determinati gruppi di pazienti con CVD sottostante o storia di patologie cardiache, AF ictus. Gli autori sottolineano che “il CPAP deve essere offerto ai pazienti con OSA grave, mentre gli apparecchi orali possono essere considerati per pazienti con OSA da lieve a moderata o per pazienti intolleranti al CPAP”.
La dichiarazione esamina anche l’impatto del trattamento dell’OSA in pazienti con varie condizioni di comorbilità. Se da un lato il CPAP o altre terapie sono associate al miglioramento della pressione dell’arteria polmonare, della resistenza vascolare polmonare, del recupero dell’ictus e delle aritmie cardiache, dall’altro rilevano che i dati sui pazienti con IM e insufficienza cardiaca (HF) e quelli trattati con CPAP per la prevenzione dell’ictus primario sono limitati e poco chiari per quanto riguarda i benefici specifici. Mentre l’OSA grave ha dimostrato di aumentare la morte CV e per tutte le cause in alcuni studi, l’impatto dell’OSA lieve o moderata sulla mortalità è meno chiaro. Inoltre, è incerto per quanto tempo i pazienti debbano essere seguiti dopo aver iniziato la terapia OSA per vedere un beneficio sulla mortalità.
Yeghiazarians e colleghi scrivono che i dispositivi indossabili che tracciano respirazione, russare, movimento, frequenza cardiaca e saturazione dell’ossigeno, così come apprendimento automatico che elabora e identifica i dati utilizzabili, possono essere ben posizionati per migliorare la diagnosi e consentire un trattamento personalizzato dell’OSA.
Consigliano infine che, sebbene siano disponibili strumenti diagnostici domiciliari, questi devono essere migliorati e dovrebbero includere sensori discreti in grado di tenere traccia di altre variabili durante il sonno per portare i test domiciliari in linea con gli studi sul sonno condotti in laboratorio. “Una migliore stratificazione del rischio CV nel paziente con OSA è importante. Variabili come genotipo, epigenetica, espressione di microRNA e semplici misure fenotipiche come la sonnolenza richiedono ulteriori studi”.