Sebbene prevenibili nell’80% dei casi, le malattie cardiovascolari (Cvd) rimangono la principale causa di morte a livello globale: sono circa 20 milioni i decessi in un anno attribuibili a ipertensione e dieta scorretta. Ad evidenziarlo il nuovo report redatto dalla Global Burden of Cardiovascular Diseases Collaboration, un’alleanza tra Jacc, l’Institute for Health Metrics and Evaluation e il National Heart, Lung, and Blood Institute, che esamina 18 condizioni cardiovascolari specifiche in 21 regioni del mondo, evidenziando i principali fattori di rischio cardiovascolare modificabili a livello globale, il loro contributo a carico della malattia e i recenti progressi nella prevenzione. Inoltre, ha prodotto stime per i 15 principali rischi ambientali (inquinamento atmosferico, inquinamento domestico, esposizione al piombo, bassa temperatura, alta temperatura), metabolici (pressione arteriosa alta, colesterolo cattivo, sovrappeso, glucosio nel sangue a digiuno, disfunzioni renali) e comportamentali (alimentazione, fumo, fumo passivo, uso di alcol, attività fisica) per le malattie cardiovascolari.
Secondo quanto emerge dal report, l’Asia centrale e l’Europa orientale hanno i tassi più elevati di mortalità. Ipertensione, ipercolesterolemia, rischi legati alle abitudini alimentari e inquinamento atmosferico risultano le principali cause di malattie cardiovascolari a livello mondiale. I tassi di mortalità per Cvd sono suddivisi per località, età, sesso. Il rapporto analizza anche gli anni di vita aggiustati per la disabilità (Daly), gli anni di vita persi a causa della mortalità prematura (YLL) e gli anni vissuti con disabilità (Yld).
Tra tutti i 15 fattori di rischio considerati per le malattie cardiovascolari (dal fumo al colesterolo alto), la pressione arteriosa elevata rimane il principale fattore di rischio modificabile ed è responsabile di 10,8 milioni di decessi per cause cardiovascolari e 11,3 milioni di decessi complessivi (per tutte le cause di morte) nel 2021. Gli anni in più vissuti con disabilità dovuti all’ipertensione sono stati 2.770 per 100.000 persone.
Il secondo fattore di rischio modificabile per importanza è rappresentato dalle abitudini alimentari scorrette (come uno scarso consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, latte, fibre, calcio, acidi grassi omega-3 e acidi grassi polinsaturi e un eccessivo consumo di carni rosse e lavorate, bevande zuccherate, acidi grassi trans e sodio). Avere un’alimentazione scorretta causa circa 6,58 milioni di decessi per malattie cardiovascolari e di 8 milioni di decessi complessivi (per tutte le cause di morte) nel 2021. Gli anni in più vissuti con disabilità dovuti alla dieta sono stati 2.340 per 100.000 persone.
Guardando alla distribuzione geografica del problema, Asia centrale, Africa centrale subsahariana ed Europa orientale sono le regioni con i tassi più elevati di malattie cardiovascolari attribuibili all’ipertensione. Le regioni con i tassi più elevati di carico di malattie cardiovascolari dovute alla dieta sono l’Asia centrale, l’Oceania e l’Europa orientale. L’Asia centrale ha registrato la più alta mortalità totale per malattie cardiovascolari, con 516,9 decessi ogni 100.000 persone. Al contrario, i paesi asiatici ricchi del Pacifico hanno registrato la più bassa mortalità totale per malattie cardiovascolari, con 76,6 decessi ogni 100.000 persone.