In un ambiente lavorativo far sentire la propria voce è importante. Significa dare corpo ai pensieri, alla professionalità e far emergere il proprio punto di vista. Attenzione però, perché non conta solo cosa si dice, ma anche il come.
«Quello che diciamo all’interno di un gruppo, le idee che suggeriamo e il modo in cui sosteniamo gli altri, segnala qualcosa su chi siamo ai nostri colleghi. Può attirare le persone verso di noi o respingerle» spiega Melissa Chamberlin,della Iowa State University, negli Stati Uniti, co-autore di un documento pubblicato sulla rivista Journal of Management.
I ricercatori in questo lavoro dimostrano come due modi diversi di comunicare le questioni legate al lavoro modellano la reputazione e influenzano la formazione di squadre per completare progetti a breve termine. Le persone che usano la “voce di sostegno”, che alimenta la fiducia e la cooperazione, hanno una maggiore possibilità di essere reclutati in un team rispetto a quelli che usano una “voce di sfida” più orientata al compito.
La voce impegnativa spinge contro lo status quo e offre idee per il miglioramento. Anche se ha alcuni lati negativi, come la critica percepita o il conflitto, la voce di sfida tende a segnalare la competenza o l’esperienza di un dipendente. Chamberlin spiega che i manager, specialmente nei settori dinamici e frenetici, spesso apprezzano questo comportamento di comunicazione come qualcosa che può aiutare i team a completare i compiti in modo efficiente ed efficace.