In ognuno di noi c’è un orologio biologico, che scandisce le varie fasi della giornata e segue i ritmi di sonno-veglia, luce e tenebre, oltre che stagionalità. È l’orologio circadiano, importante nella nostra salute, ma anche durante la malattia. Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Canada Research Chair for Translational Cranofacial Research, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, infatti, se si vuole guarire meglio e prima dopo una frattura ossea, magari sistemata con un intervento chirurgico, è opportuno assumere farmaci antinfiammatori durante il giorno e non la notte perché possono interferire con la riparazione dell’osso. Questo perché le fasi di ricostruzione seguono proprio i ritmi circadiani.
Dopo un intervento chirurgico, la fase dell’infiammazione è fondamentale per la guarigione perché è parte integrante di quel processo che comporta sia la distruzione di eventuali batteri presenti nell’area sia la messa in moto di quelle cellule deputate a ricostruire i tessuti.
Faleh Tamimi, coautrice dello studio insieme a Belinda Nicolau e Laura Stone, spiega infatti che «durante il giorno si verifica una fase ‘distruttiva’ del ritmo circadiano per quanto riguarda la riparazione delle ossa perché intervengono le cellule, chiamate osteoclasti, mentre durante la notte si attivano le cellule osteoblasti che ricostruiscono le ossa. Quindi è importante non interferire con la fase notturna assumendo farmaci sbagliati. Limitando l’uso di antinfiammatori alla mattina e assumendo analgesici per il dolore la notte si possono ottenere risultati migliori in termini di guarigione ossea.
Questo perché, conclude, “il corpo ha un ritmo: se prendi antinfiammatori al mattino stai lavorando con il ritmo del corpo se li prendi di notte, stai lavorando contro di esso in modo da interrompere la guarigione».