l miele di rododendro è una variante particolarmente rara e preziosa del più amato prodotto dell’apistica. Sembra però che la Commissione europea stia valutando la possibilità di bandire questo miele, o quanto meno di regolarizzarne la vendita, a causa del suo contenuto tossico.
Questo miele si ottiene grazie al lavoro delle api che succhiano il nettare dai fiori rosa di un arbusto della famiglia delle Ericaceae, appunto il Rododendro, che però è tossico per l’uomo. In particolare è il suo contenuto in Graianotossine, presenti nella pianta, che sta facendo riflettere l’Ue se sia il caso di regolamentare o meno la vendita del cosiddetto “miele pazzo”nell’Unione e negli Stati membri.
Secondo l’Istituto Nazionale di Tossicologia (INT), infatti, il miele di rododendro assunto in certe dosi può provocare sudorazione, vomito, vertigini, debolezza agli arti e intorno alla bocca e abbassare la pressione sanguigna. La Commisione Ue sentirà anche il parere dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare riguardo ai rischi per la salute di questo prodotto e si mostra pronta ad intervenire con un “prevedibile divieto o regolamentazione”.
In realtà, ad oggi, la Direzione generale per la salute e sicurezza alimentare europea, ha riferito che non sono stati documentati avvelenamenti nell’Ue.Ci sono stati però casi in altre zone del mondo, in particolare nel bacino sud-orientale del Mar Nero. C’è da sottolineare che, in quei luoghi, vi è la credenza che questo miele possa essere utilizzato al pari di un viagra naturale e per questo c’è chi tende ad abusarne, nonostante i rischi.
Ad esempio a Düzce, in Turchia, nel 2002 ben 19 persone sono finite in ospedale per aver assunto una dose dai 30 ai 100 grammi di questo miele.
L’INT sottolinea che il miele di Rododendro potenzialmente più pericoloso, in quanto contaminato da Graianotossine (anche se solo raramente a livelli preoccupanti), sarebbe quello che proviene da Giappone, Brasile, Nepal e Stati Uniti.
Il problema è che sembra che il 90% della produzione nepalese venga esportato proprio in Europa. In Nepal, il miele di rododendro è un prodotto molto diffuso, la tribù locale Gurung lo utilizza da secoli per le sue proprietà medicinali ed è solo da una decina di anni che il prodotto viene apprezzato anche dagli stranieri e dunque esportato. Alcuni villaggi sull’Himalaya raccolgono i favi ad un’altezza di 5000 metri e, secondo quanto raccontato in uno studio pubblicato nel 2010, non è raro trovare in quelle zone contadini assonnati e in preda ai dolori di stomaco a causa del consumo di questo miele.
E le produzioni europee? Questo miele si ottiene e commercializza soprattutto in Francia e in Italia. Sembra che in Francia sia stata vietata la vendita di questo prodotto durante la fioritura della pianta.
In Italia, invece, la produzione si concentra in particolare nelle regioni alpine, dunque Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e in parte anche Friuli Venezia Giulia. Si parla per questo di miele di rododendro alpino.
Nel nostro Paese non sono mai stati riscontrati casi di intossicazione in seguito all’assunzione di questo miele e si ipotizza addirittura che le nostre varietà non contengano l’incriminata tossina.