Melatonina. Dopo essere finita sulla copertina di Newsweek il 7 agosto 1995 andò a ruba. L’articolo pubblicato in quel numero del settimanale discuteva della sua capacità di curare l’insonnia, eliminare i disturbi dovuti al fuso orario, ridurre lo stress, curare la depressione, combattere il cancro, ma anche di rafforzare il sistema immunitario, prevenire le cardiopatie e come antiossidante.
Ma cos’è di preciso la melatonina? Da non confondere con la melanina, il pigmento responsabile del colore della pelle, si tratta di un ormone derivato dalla serotonina e secreto dalla ghiandola pineale. Anche se la sua funzione esatta non è ancora stata completamente chiarita, sappiamo che è legata in modo significativo alla sincronizzazione della secrezione ormonale e regola il ritmo sonno-veglia. Il suo rilascio è infatti stimolato dall’oscurità e inibito dalla luce.
Oltre a questo, la melatonina possiede effetti antiossidanti, che spiegherebbero alcuni risultati di studi svolti sui ratti, secondo i quali i supplementi di melatonina allungano la vita (31 mesi contro 25). È difficile comunque immaginare che tali effetti siano superiori a quelli della vitamina C, della vitamina E e di altre sostanze antiossidanti somministrabili a concentrazioni assai più elevate.
Oggi la melatonina è utilizzata principalmente se si sospettano bassi livelli dell’ormone, nel trattamento della sindrome da jet lag e dell’insonnia, come coadiuvante nella terapia dei tumori, ma può essere utile anche nella cura della depressione.
La quantità necessaria a produrre benefici in queste situazioni è praticamente sconosciuta. Una dose di 3 mg al momento di coricarsi sembra essere più che sufficiente: se i livelli di melatonina sono bassi, l’effetto sedativo può essere raggiunto anche con dosi comprese tra 0,1 e 0,3 mg. Dosi superiori possono essere necessarie per ottenere benefici antitumorali. Disponibile in diverse forme, compresse, capsule e pillole sublinguali, la somministrazione sublinguale sembra essere la preferibile.
Anche se non sembrano verificarsi gravi effetti collaterali alle dosi consigliate, bisogna tenere in considerazione che i supplementi di melatonina potrebbero alterare il normale ritmo circadiano. Le dosi raccomandate sono assai superiori al tasso di escrezione urinaria della melatonina nelle ventiquattro ore (circa 0,03 mg).
Quanto alle interazioni, la vitamina B12 può influenzare la secrezione di melatonina. I ridotti livelli di melatonina negli anziani possono essere il risultato di una carenza di vitamina B12. La somministrazione di 1,5 mg di metilcobalamina al giorno può ottenere buoni risultati nel trattamento dei disturbi del ritmo sonno-veglia, probabilmente perché aumenta la secrezione di melatonina.