La ricerca ha coinvolto 27.939 partecipanti, monitorate per tre decenni, durante i quali 3.662 hanno sperimentato eventi cardiovascolari maggiori come infarti, ictus o decessi correlati. I ricercatori hanno analizzato i livelli di tre biomarcatori nel sangue:
- Colesterolo LDL (Low-Density Lipoprotein): spesso definito “colesterolo cattivo”, livelli elevati sono associati a un aumento del rischio di aterosclerosi.
- Proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP): un indicatore di infiammazione sistemica, connesso a processi infiammatori vascolari.
- Lipoproteina(a) [Lp(a)]: una variante genetica della lipoproteina, associata a un rischio elevato di malattie cardiovascolari.
I risultati hanno mostrato che livelli elevati di questi biomarcatori sono correlati a un rischio significativamente maggiore di eventi cardiovascolari nel lungo termine. In particolare, le donne con livelli elevati di Lp(a) e hsCRP presentavano un rischio aumentato rispettivamente del 30% e del 40% per infarto e ictus.
Questo studio sottolinea la necessità di implementare strategie preventive personalizzate, basate su una valutazione precoce e accurata dei fattori di rischio individuali. Interventi tempestivi, come modifiche dello stile di vita e terapie farmacologiche mirate, potrebbero ridurre significativamente l’incidenza di malattie cardiovascolari nella popolazione femminile.
In conclusione, l’identificazione precoce dei fattori di rischio emergenti e l’adozione di approcci terapeutici innovativi rappresentano passi fondamentali nella prevenzione efficace delle malattie cardiovascolari. Questo studio fornisce una solida base per future linee guida cliniche volte a migliorare la salute cardiovascolare a lungo termine.