Diverse sono le ricerche che confermano come la vita in città sia associata a un maggior rischio di disturbi mentali quali ansia, depressione e schizofrenia e come l’amigdala sia più attiva durante un’attività stressante nelle persone che abitano aree urbane rispetto agli abitanti delle zone rurali. Ma ancora non era stato chiarito in che modo l’esposizione agli ambienti urbani o agli ambienti naturali influisca sulla salute mentale e sul cervello.
Ad analizzare gli effetti causali degli ambienti naturali e urbani sui meccanismi cerebrali legati allo stress è uno studio tedesco pubblicato dalla rivista Molecular Psychiatry. I ricercatori del Lise Meitner Group for Environmental Neuroscience, in Germania hanno studiato i cambiamenti nelle regioni cerebrali legate allo stress in risposta una passeggiata di un’ora in un ambiente urbano (strada trafficata) rispetto a un ambiente naturale (foresta). L’attivazione cerebrale è stata misurata in 63 partecipanti sani, prima e dopo la camminata, utilizzando un fearful faces task e un social stress task. Dai dati è emerso che l’attivazione dell’amigdala diminuisce dopo la passeggiata in natura, mentre rimane stabile dopo la passeggiata in un ambiente urbano.
In conclusione, i risultati suggeriscono che fare una passeggiata nella natura può avere effetti positivi sulle regioni cerebrali legate allo stress e, di conseguenza, agire come misura preventiva contro lo sforzo mentale e, potenzialmente, contro la malattia.
Data l’urbanizzazione in rapido aumento, sottolineano gli autori, questi risultati possono influenzare la pianificazione urbana e indirizzarla verso la creazione di aree verdi più accessibili, per fare in modo che gli ambienti urbani possano offrire un beneficio per la salute mentale dei cittadini.