Conosciuta come “cipolla al piede”, l’alluce valgo è una patologia comune che può causare dolore tanto intenso da non permettere l’utilizzo di alcuna scarpa, o addirittura di camminare. La deviazione verso l’esterno del primo dito del piede, associato a una deviazione verso l’interno del primo metatarso, è un problema funzionale e di biomeccanica, oltre che estetico.
Le cause sono molteplici: sovraccarico sull’avampiede, sovrappeso, utilizzo di scarpe con il tacco e la punta troppo stretta, ma non solo. L’alluce valgo può dipendere anche da una predisposizione genetica ed ereditaria del paziente, da malformazioni congenite o dalla presenza di artrite.
Più o meno invalidante, il disturbo si manifesta tra i 20 e i 60 anni e colpisce principalmente le donne, ma può comparire anche in età precoce tra bambini e adolescenti.
Per gestire i sintomi dell’alluce valgo e rallentare il processo di deformazione del piede è possibile ricorrere a rimedi “conservativi” quali l’utilizzo di plantari su misura che agevolino l’appoggio del piede o tutori speciali acquistabili in farmacia. Esistono poi terapie fisiche quali ultrasuoni a immersione e onde d’urto in grado di ridurre il dolore, oltre ai noti antidolorifici o antinfiammatori.
Anche eseguire con costanza esercizi, suggeriti da un fisioterapista, che aiutano a mantenere l’elasticità delle capsule articolari, può essere d’aiuto, così come l’utilizzo di scarpe ampie e comode per facilitare la mobilità del piede.
Il trattamento dell’alluce valgo dipende dalla gravità del disturbo e dalla sintomatologia, ma l’intervento chirurgico rimane la terapia più efficace.
A seconda delle deformità dell’alluce si possono applicare tecniche di chirurgia differenti, valutate anche in base alle caratteristiche del paziente.
La tecnica “mininvasiva” prevede un’incisione di circa 3 centimetri, seguita da un’osteotomia, cioè una correzione del primo metatarso che viene spinto verso l’esterno in modo da allinearlo con il primo dito. La correzione della deformità consente una ripresa immediata della deambulazione ed è eseguita in anestesia loco-regionale a livello del ginocchio.
La tecnica “percutanea” invece non necessita di apertura delle articolazioni e si esegue attraverso delle incisioni nell’osso per ridurre il valgismo dell’alluce, con un intervento sia sulla falange sia sul primo metatarso, seguita da una sezione del tendine adduttore del primo dito. L’anestesia è loco-regionale e la degenza di massimo una notte. Dopo l’intervento si applica un bendaggio contenitivo per mantenere la posizione corretta, accompagnato dall’utilizzo di una scarpa post-operatoria per 3 settimane.
Al fine di individuare la strategia terapeutica più adatta è importante effettuare una visita specialistica con l’ortopedicoe, se necessario, una valutazione podologica e baropodometrica per studiare al meglio la patologia. Bisogna ricordare che, se fatto precocemente, l’intervento evita un’evoluzione da alluce valgo semplice ad alluce valgo complesso.