Il 5° dito varo, conosciuto come “callo del sarto”, è una deformità dell’articolazione metatarso-falangea lungo il margine esterno del piede che, oltre a provocare dolore, altera la camminata e rende difficile l’utilizzo di calzature. La condizione è associata all’alluce valgo, ma in atteggiamento inverso, e dà all’avampiede la tipica forma di piede triangolare.
L’origine della protuberanza può essere di natura congenita, dovuta a patologie reumatiche o neurologiche, o ancora per via di scarpe strette, con tacchi alti e a punta.
Oltre alla protuberanza ossea, che può evolvere nel tempo e diventare sempre più marcata, è possibile avvertire sintomi quali dolore nella deambulazione, gonfiore e arrossamento sulla superficie cutanea. Inoltre, può fare la sua comparsa il callo stesso, con la pelle più spessa alla base del mignolo. Negli stadi più avanzati il 5° dito si può collocare sotto o sopra il 4° dito.
Il 5° dito varo viene diagnosticato dall’ortopedico nel corso della visita specialistica, in seguito all’esame fisico, ma può essere utile anche una radiografia del piede per definire accuratamente i contorni del disturbo e valutare l’eventuale compresenza di alluce valgo.
Come curarlo? Generalmente i primi trattamenti sono conservativi, indipendentemente dalla causa, e mirano a eliminare il dolore che deriva dal conflitto del piede contro la calzatura.
Ecco perché inizialmente si può provare a indossare scarpe idonee che lascino più spazio al quinto dito, con un plantare morbido che permetta di non sovraccaricare l’articolazione metatarso-falangea.
La terapia si avvale anche di cerotti e guaine in silicone che consentono di migliorare l’appoggio del piede e proteggere il callo da sfregamenti e urti, abbinati a una terapia con antinfiammatori e cortisonici. In alcuni casi può essere utile associare esercizi di fisioterapia a strumenti quali la Tecaria terapia e la Laser terapia.
In caso di mancata risoluzione del problema si ricorre all’intervento chirurgico. Come per l’alluce valgo si esegue una osteotomia del quinto metatarso con una procedura mininvasiva, efficace quanto la chirurgia tradizionale, che corregge la deformità grazie ad appositi strumenti inseriti attraverso dei piccoli fori cutanei.
Al termine dell’operazione l’ortopedico definirà il percorso terapeutico più appropriato in base al quadro clinico. Per diversi giorni il paziente dovrà camminare con calzature in talo, in cui il tacco non è posizionato sul tallone ma sulla punta per evitare di caricare la parte anteriore del piede che ha subito l’intervento.
Per prevenire la comparsa del callo del sarto è importante scegliere calzature appropriate, comode e morbide, possibilmente tacchi bassi e non costringere le dita in punta, e dove necessario utilizzare plantari personalizzati in base alla conformazione del piede.