LA SOLA IDEA di poter dimenticare a casa il vostro smartphone vi manda nel panico? Se la risposta è positiva, bisogna fare attenzione perché il confine tra ossessione e dipendanza per lo smartphone è molto labile, soprattutto per le donne. A riferirlo è un gruppo di ricercatori americani della State University of New York di Binghamton e della canadese McGill University, che racconta sulle pagine dell’Information Systems Journal come le donne siano più inclini a diventare ossessionate dai loro dispositivi mobili. E come l’utilizzo eccessivo dello smartphone, seppur inizialmente gratificante, possa rendere col tempo depressi, impulsivi e ansiosi.
Lo studio. Per capirlo, il team di ricercatori americani ha sottoposto 182 studenti universitari a una serie di test pensati per valutare quanto e come utilizzassero il proprio smartphone. In base alle risposte, i ragazzi sono stati poi suddivisi in diversi gruppi, con un rischio crescente di sviluppare una dipendenza da smartphone: riflessivi, regolari, altamente coinvolti, fanatici e dipendenti. Il 7% è stato identificato come dipendente, mentre il 12% come fanatico. La maggior parte dei volontari che ricadevano in questi due gruppi, i più a rischio di dipendenza da smartphone, sono risultati di sesso femminile (il 67% in entrambi i casi). Inoltre, sia dipendenti che fanatici di smartphone hanno ammesso di aver sperimentato problemi lavorativi e nella vita privata a causa del bisogno compulsivo di tenere sott’occhio il telefono, e all’analisi dei ricercatori hanno mostrato una maggiore incidenza di sintomi come depressione, isolamento, ansia, impulsività e bassa autostima.
Le donne sono più a rischio. Il sesso femminile, dunque, si è mostrato più incline a sviluppare una dipendenza da cellulare, rifugiandosi dietro lo schermo per evadere almeno virtualmente dalla realtà quotidiana e cercando quindi una sorta di appagamento nelle nuove modalità di socializzazione offerte dalla rete e dai social media.“Probabilmente è perché le donne più relazionali e quindi più predisposte alle relazioni sociali”, commenta Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit, Centro di Ricerca per l’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Ma si tratta più che altro di una questione culturale del mondo occidentale, in cui la donna viene educata fin da piccola alle relazioni”.
Ecco i 5 campanelli d’allarme:
- Fate attenzione se vi rendete conto di utilizzare la tecnologia solo per sfuggire ai problemi o alleviare sentimenti di impotenza, senso di colpa, ansia o depressione.
- Anche ignorare i problemi della vita reale in favore di quella virtuale può essere il sintomo di un problema di dipendenza.
- Controllate costantemente lo smartphone, anche quando non suona o vibra, è un sintomo che può nascondere una dipendenza.
- Fate attenzione, inoltre, se diventate paranoici quando dimenticate lo smartphone a casa
- Per le bambine e le ragazze, aggiunge Pier Cesare Rivoltella, esperto di educazione ai media dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – anche un disturbo alimentare può essere il segnale di una dipendenza dalla tecnologia.