Con una prevalenza complessiva del 46,2%, il dolore al ginocchio è secondo solo alla lombalgia. Secondo le stime attuali, il 25% degli statunitensi con più di 55 anni ne soffre e uno su 5 lamenta gravi difficoltà con le normali funzioni fisiche. A tal proposito l’American Society of Pain and Neuroscience ha pubblicato sul Journal of Pain Research lenuove linee guida per la sua gestione.
In cima alle raccomandazioni l’esame fisico e l’analisi di imaging del paziente. Il primo per valutare il gonfiore, quindi le possibili patologie associate, come l’artrosi, la cisti di Baker e le lesioni dei tessuti molli, e i cambiamenti a livello della cute, utili per l’eventuale riconoscimento di sindrome da dolore regionale complesso (CRPS) o infezione. Per il secondo invece l’American College of Radiology raccomanda la radiografia come modalità iniziale, che consente la valutazione dello spazio articolare e l’identificazione di osteofiti e cisti subcondrali. In caso di sospetto di un danno ai tessuti molli, è possibile utilizzare la risonanza magnetica (MRI) oppure, se controindicata, la tomografia computerizzata (TC). I medici dovrebbero esaminare i pazienti in funzione delle cause più comuni di dolore al ginocchio, in particolare distorsioni, lesioni meniscali, tendinopatia, borsite, osteoartrite, CRPS, condromalacia e dolore post-chirurgico.
Il secondo passo è il trattamento farmacologico. Per gestire il dolore si raccomanda una terapia conservativa a base di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), moderatamente efficaci nel controllare il dolore al ginocchio da moderato a grave, anche tra i pazienti con osteoartrosi e in quanti hanno subito un’artroplastica totale del ginocchio. Gli autori delle linee guida raccomandano trattamenti topici (diclofenac 70-81 mg/die) piuttosto che i FANS orali, per ridurre il rischio di tossicità sistemica. I pazienti con osteoartrosi sintomatica possono ottenere un sollievo a breve termine con iniezioni intra-articolari di corticosteroidi, anche se gli autori riferiscono che la loro efficacia in questo ambito resta in discussione, mentre l’ablazione del nervo genicolare è un’opzione terapeutica sicura ed efficace per i pazienti con dolore associato all’artrosi o all’artroplastica totale del ginocchio. La stimolazione del nervo periferico o del ganglio della radice dorsale sono opzioni sicure ed efficaci per il dolore post-chirurgico cronico o il dolore neuropatico.
Altre modalità alternative raccomandate per il dolore associato all’osteoartrosi sono l’iniezione intra-articolare di plasma ricco di piastrine o l’infusione di cellule staminali mesenchimali. Gli autori hanno tuttavia sottolineato che, poiché ci sono diversi protocolli di trattamento, i risultati possono variare.
Per quanto riguarda invece gli approcci non farmacologici, la terapia fisica è raccomandata in caso di osteoartrosi e lesioni dei tessuti molli e può essere utile in alcuni soggetti con CRPS e sindrome del dolore femoro-rotuleo. Si raccomanda l’uso di attrezzature mediche durevoli che, a seconda della diagnosi, possono essere un cuneo laterale della scarpa, una cinghia rotulea, un bastone, un deambulatore o le stampelle. Per i pazienti che non ottengono sollievo con la terapia conservativa e sono buoni candidati per la chirurgia, l’artroscopia del ginocchio è sicura ed efficace per la riparazione delle lesioni dei tessuti molli e per le patologie ossee minori. Il sottogruppo di pazienti con artrosi sintomatica con fallimento del trattamento conservativo può essere candidato all’artroplastica dell’articolazione del ginocchio.