Gli antropologi, per stabilire l’etnia, classificano gli scheletri in tre gruppi etnici: i Caucasoidi (europei), i Negroidi e i Mongolidi (orientali). Le ossa, prese in esame per rientrare in una di queste tre categorie, sono quelle craniche. Il prognatismo è il livello di “sporgenza” delle ossa mascellari (della bocca); i Caucasoidi hanno un prognatismo limitato rispetto ai Negroidi. Il mento, gli incisivi superiori e la spina nasale (che si trova alla base del naso), in un Caucasoide, dovrebbero stare su una retta, nel Negroide no (questi spesso non hanno spina nasale o è molto poco marcata). Il Mongolide invece ha un massiccio facciale piatto, e spesso gli incisivi sono a forma di pala.
Le dimensioni delle ossa lunghe, femore e tibia, in base alle loro dimensioni, si può stimare l’altezza di un soggetto.
Sono state analizzate delle ossa di una tomba risalente alla Milano romana nella zona di Pioltello. Queste ossa sono state misurate e la loro lunghezza è stata inserita in un’equazione. I risultati di queste indagini, hanno mostrano che il soggetto era Caucasoide con un’altezza compresa tra cm 169 e cm 173, con una corporatura piuttosto robusta. Anche l’altezza è insolita per le donne dell’epoca e superiore di circa una decina di centimetri rispetto ad altri scheletri dellostesso periodo. Questa donna aveva, quindi, una statura superiore alla media ed è vissuta molto più a lungo di gran parte di uomini e donne della sua epoca. Si potrebbe pensare che questi elementi, insieme alla peculiarità della tomba, depongano per uno stato sociale elevato. Tuttavia, se anche corrispondesse a realtà tale ipotesi, la donna ha comunque avuto problemi di salute, non gravi. Questo è un piccolo esempio su quante informazioni possiamo ricavare da delle ossa.
Le radiografie effettuate alle ossa, possono rivelare la presenza di malattie congenite, neoplastiche (tumori), degenerative (artrosi), infettive (tubercolosi, sifilide), metaboliche (anemie, rachitismo, scorbuto). Non tutte le patologie sono leggibili sull’osso: alcune malattie, come ad esempio infezioni quali la peste, sono così fulminanti da non avere il tempo di lasciare traccia sullo scheletro. Le malattie di lunga durata e croniche, invece, spesso lasciano dei segni. Inoltre, non sempre si capisce da una lesione sull’osso di quale malattia si tratti.
Esistono, infatti, molti segni chiamati aspecifici, che rilevano una malattia o sofferenza ma non ci dicono esattamente quale. È il caso, ad esempio, delle strie di Harris, presenti sulle tibie dello scheletro di Pioltello. Queste sono linee trasversali dell’osso che rappresentano un arresto di crescita. Immaginiamo un osso, ad esempio un femore, che sta crescendo in lunghezza. Se avviene un evento che provoca uno “stress” all’organismo, come ad esempio, una malattia infettiva di lunga durata, un’anemia, una carestia, l’organismo, messo alla prova, limita le attività non vitali. Quindi le ossa smettono di crescere, per poi riprendere in tempi migliori. Tra la regione di arresto e di ripresa di crescita si forma una stria di osso di diversa densità, visibile in lastra. Diverse strie di questo tipo sono state rinvenute sulle tibie dello scheletro in questione, e raccontano la possibile presenza di una malattia lunga o di un evento di carenze nutrizionali. Non è possibile essere più specifici sulla causa di questo stress, anche per lo stato frammentario dello scheletro. È interessante notare che l’assenza di simili lesioni sui denti (l’equivalente dentario delle strie di Harris, chiamateipoplasia dello smalto) ci rivela che tale stress non è avvenuto durante l’infanzia bensì in epoca adulta. Infine, vanno commentati i denti. Questi sono completamente privi di vere e proprie patologie come la carie e gli ascessi, mamostrano una presenza diffusa di tartaro calcificato. Ciò potrebbe indicare una scarsa pulizia dentaria, probabilmente per la mancanza di sostanze dure nel cibo (quali i residui di minerali nella farina macinata) che potevano, per il loroeffetto pulente, impedire la deposizione di tartaro. Quindi, per concludere, questo studio ci fa notare come quello che facciamo in vita, rimarrà per sempre scritto sulle nostre ossa e nei nostri denti.