I benefici dello sport sono moltissimi e chi fa sport vive di più perché protegge meglio la propria salute.
Un celebre studio dell’università di Harvard (poi ripreso in tutto il mondo e ormai universalmente accettato) su 17.000 allievi seguiti dal 1916 al 1950 ha mostrato come la curva di rischio cardiovascolare diminuisca all’aumentare dell’esercizio fisico praticato fino ad avere un minimo con 6-8 ore settimanali; all’aumentare dell’attività fisica il rischio di morte torna leggermente a salire.
Lo studio di Harvard dovrebbe aver convinto che non solo è consigliabile fare sport, ma è necessario. Perché perdere qualche anno della propria speranza di vita solo perché si ritiene che lo sport sia noioso o troppo faticoso?
Uno studio derivato dal campione italiano del Seven Countries Study su soggetti dai 40 ai 59 anni ha rilevato che chi pratica un’intensa attività sportiva da almeno dieci anni ha un indice di rischio cardiovascolare uguale ai due terzi di quello di chi la pratica moderatamente e a un terzo rispetto a un sedentario, riconfermando i risultati del campione di Harvard.
Vale la pena di citare anche uno studio condotto per oltre 20 anni (è iniziato nel 1984) dalla Stanford University School of Medicine (coordinato da J. Fries e pubblicato su Archives of Internal Medicine) e che ha monitorato 538 runner che nel 1984 avevano almeno 50 anni, confrontandoli con uno statisticamente analogo gruppo di sedentari.
Al termine della ricerca, il 34% dei sedentari era morto, contro al 15% dei runner. Inoltre, dall’esame dei questionari annualmente compilati, era risultato che i runner erano meno soggetti alle malattie legate all’età, a malattie professionali e a molte altre patologie, a riprova di un fisico più forte. La disabilità collegata all’invecchiamento insorgeva più tardi nei runner.
Un dato interessante è che a 50 anni i runner correvano in media 4 ore alla settimana, contro i 76 minuti medi di vent’anni dopo.