Una volta per la prevenzione primaria e secondaria delle malattie vascolari si raccomandava l’assunzione di integratori omega 3.
Oggi giorno, grazie ad alcuni test effettuati, questo atteggiamento è stato parzialmente modificato; infatti, si preferisce raccomandare il cibo come fonte ideale di omega 3. Ad esempio, si possono mangiare noci, semi di lino e oli di semi di soia e di camola.
Gli integratori rimangono molto popolari, e il loro mercato è in continua crescita.
I siti internet raccomandano gli omega 3 integratori, li vendono, non solo per la salute del cuore, ma anche per costruire massa muscolare e per perdere massa grassa, riducendo così’ il rischio di ammalarsi di vari tipi di cancro, diabete, asma e artrite e proponendoli come cura per il declino cognitivo dovuto all’età, il morbo di Alzheimer, la depressione e disturbi da deficit dell’attenzione.
Gli integratori sembrano dimostrare effetti positivi, anche se modesti, ma i costi rimangono elevati; quindi, è meglio assumere gli acidi grassi tramite la dieta quotidiana così oltre che migliorare la salute, si può migliorare anche il proprio conto in banca tenendo sotto controllo la spesa.
Nei supermercati e nelle farmacie vengono venduti anche altri integratori, pubblicizzati da alcuni medici, naturopati sportivi, personal trainers e autori di libri e blog dedicati alla salute, sostenendone gli effetti benefici nella cura delle malattie cardiovascolari.
L’offerta comprende una vasta gamma di vitamine antiossidanti e di pillole che contengono antiossidanti estratti dalle piante, il coenzima Q10, la colina, la carnetina, l’aglio etc.
Per quanto riguarda gli antiossidanti, esaminando dati raccolti nel 2010, la Heart Foundation sconsiglia l’assunzione di Vitamina E e C, o dei carotenoidi, da soli o in combinazione, come prevenzione contro le malattie cardiovascolari.
Non bisogna mai assumere determinati integratori con troppa sufficienza perché, la maggior parte delle volte, se si abusasse di un integratore si potrebbe verificare esattamente l’effetto contrario di quello che si sperava ottenere, infatti, èstata espressa preoccupazione riguardo alla possibilità che alte dosi di vitamina E possano aumentare i rischi cardiovascolari.