Risulta intuitivo pensare all’asma come un fattore di rischio che aumenta la suscettibilità al COVID-19: i pazienti asmatici, infatti, sono caratterizzati da una scarsa risposta immunitaria antivirale, che può di conseguenza predisporli ad un’elevata suscettibilità alle infezioni virali. In aggiunta, anche i virus respiratori più comuni possono provocare gravi conseguenze.
Tuttavia, questa associazione teorica è stata confutata dai risultati di una revisione sistematica e meta-analisi,pubblicata in “The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice”. I risultati sono stati elaborati dall’analisi di 131 studi, per un totale di 410.382 partecipanti provenienti da 39 paesi. È stata rilevata una grande variabilità nella prevalenza dell’asma tra i pazienti affetti da COVID-19 (1.1% a 16.9%).
I dati dello studio suggeriscono che i pazienti con asma non hanno sintomi più severi di COVID-19 e mostrano perfino un minor rischio di morte rispetto ai pazienti senza asma (RR, 0.65; 95% CI, 0.43-0.98; P = .04; I2 = 0.0%).
Dall’ analisi è emerso che l’asma non è maggiormente prevalente tra i soggetti con sintomi più gravi affetti da COVID-19, in quanto non è stata trovata alcuna differenza significativa nella prevalenza dell’asma tra i pazienti ospedalizzati e non (RR, 1.15; 95% CI, 0.92-1.43; I2 = 94.0%; P = .19); gravi e non gravi (RR, 1.21; 95% CI, 0.92-1.57; I2 = 0.0%; P = .16); pazienti ICU e non-ICU (RR, 1.19; 95% CI, 0.92-1.54; P = .17; I2 = 48.6%); morti e sopravvissuti (RR, 0.90; 95% CI, 0.73-1.11; P = 0.31; I2 = 64.5%); e pazienti che hanno richiesto e non la ventilazione/intubazione meccanica(RR, 0.91; 95% CI, 0.71-1.17; P = .42; I2 = 46.9%). Inoltre, è stato evidenziato che i pazienti con asma non presentano un maggior rischio di intubazione o di ventilazione meccanica (RR, 1.03; 95% CI, 0.72-1.46; P= .83; I2 = 0.0%).
Si tratta della prima meta-analisi a produrre una stima aggregata del tasso di comorbidità dell’asma e dei relativi esiti sulla base di un’ampia popolazione affetta da COVID-19. Complessivamente, i risultati dell’articolo indicano che l’asma non è associata a fenotipi COVID-19 più gravi.
Ciononostante, lo studio presenta delle limitazioni dovute all’ impossibilità di conoscere l’esatto tasso di comorbidità asmatica tra i pazienti col COVID-19 e la popolazione generale, e anche ai criteri di esclusione adottati dai ricercatori.
Pertanto, si raccomanda di seguire le linee guida per il trattamento dei pazienti affetti da asma che contraggono il coronavirus, che dovrebbe essere modulato in base alla gravità del COVID-19.