Dieta ed esercizio fisico sono un ottimo rimedio per contrastare i sintomi e il dolore nei pazienti affetti da osteoartrosi. Lo attesta una revisione narrativa di 1190 articoli comprendenti studi osservazionali, di coorte e randomizzati controllati, pubblicata su “Rheumatology” per mano dei ricercatori inglesi della Facoltà di Salute e Scienze Mediche dell’Università di Surrey, Guildford in Inghilterra, che ha analizzato la letteratura sulla relazione tra nutrizione e osteoartrosi, al fine di fornire indicazioni per i medici.
I principali risultati hanno evidenziato che, per pazienti in sovrappeso e obesi affetti dalla patologia, la perdita di peso insieme all’esercizio fisico, risulta essere una strategia efficace nel contrastare gli effetti negativi dell’OA. L’eccesso di peso comporta infatti un maggiore sforzo sulle articolazioni portanti e causa uno stato di infiammazione a livello del corpo. Il tessuto adiposo, oltre ad essere un serbatoio energetico, ha anche una funzione ormonale: gli adipociti secernono la leptina, una adipochina associata all’ infiammazione e alla degradazione della cartilagine, che potrebbe essere coinvolta nella patofisiologia dell’OA a livello locale e sistemico.
Inoltre, la ricerca ha mostrato che l’aumento del consumo di acidi grassi omega-3 a catena lunga, come quelli che si trovano nell’olio di pesce, può ridurre il dolore e migliorare la funzionalità. Un’altra indicazione chiave per i pazienti affetti da OA è quella di integrare nella dieta alimenti ricchi di vitamina K, ed evitare quelli che potrebbero comportare un aumento del colesterolo nel sangue.
Nonostante i limiti di queste evidenze, poiché basate principalmente su studi osservazionali, molti delle quali riferite all’OA del ginocchio, questa revisione può dare alcune indicazioni utili per i medici. I risultati, infatti, potrebbero essere utilizzati per sostenere lo sviluppo di linee guida per la formulazione di raccomandazioni da parte degli esperti. In previsione di un aumento del numero di casi di OA, dovuto all’invecchiamento della popolazione e all’epidemia di obesità, dovrebbero essere effettuati studi randomizzati controllati su larga scala per aumentare la qualità delle evidenze.