Per i botanici si chiama Ganoderma lucidum, ma in Cina è noto come reishi, un fungo considerato dalla medicina tradizionale di quel paese, un vero e proprio farmaco. Il reishi cresce sulla corteccia di querce e castagni, e ne esistono due varietà (rossa e nera), dotate però delle medesime proprietà terapeutiche; in Oriente fa parte dei cosiddetti funghi “officinali”, e da secoli viene raccomandato dai medici della Tradizione come ricostituente, tonico e depurativo.
Col reishi fai il pieno di sostanze benefiche
Ricchissimo di sali minerali, vitamine (C, E e gruppo B), aminoacidi essenziali, acidi grassi e proteine, il reishi ha un sapore deciso, e si può usare come aromatizzante di brodi e minestre, in abbinamento a piatti a base di tofu, ortaggi di stagione, spezzatini di soya e seitan. Si trova nei negozi di alimenti naturali sia fresco che essiccato: bisogna lasciarlo per una mezz’ora in una ciotola d’acqua prima dell’uso. L’acqua dell’ammollo non va buttata via: essendo straricca di micronutrienti, si può utilizzare come brodo per zuppe e risotti.
Giù pressione e colesterolo con il reishi
Grazie al contenuto di triterpeni, contrasta le patologie che insorgono su base infiammatoria come l’artrite. Il reishi è efficace anche sul sistema cardiovascolare: l’acido ganoderico in sinergia con l’adenosina, abbassa la pressione sanguigna e riduce il colesterolo “cattivo” e i trigliceridi, migliora la funzionalità epatica e intestinale, riequilibrando la flora batterica; inoltre, è ipoglicemizzante. Fra i tanti sali minerali contenuti nel reishi, è presente anche il germanio, una sostanza che agisce a livello circolatorio: diluisce il sangue e apporta ossigeno al cervello, migliorando le prestazioni del sistema neurovegetativo, calmando la tensione nervosa e aiutando a prevenire patologie come Alzheiner e Parkinson.
Una speranza per la prevenzione di alcuni tumori
Il reishi è un efficace antiossidante e antinfiammatorio e ha un’azione potente sulle cellule cancerose: i betaglucani di cui è ricco, stimolano il sistema immunitario e potenziano l’efficacia della chemioterapia. In Cina è consueto prescrivere integratori a base di reishi ai pazienti affetti da patologie tumorali. In particolare, l’estratto di reishi risulterebbe efficace nei casi di tumori alla mammella e alla prostata; in particolare, il fungo riuscirebbe a inibire il fattore nucleare kappa beta e a prevenire la formazione di metastasi.
Puoi usarlo anche come integratore
In commercio il fungo reishi si trova anche sotto forma di integratore in comode capsule: se ne consiglia l’assunzione al mattino (una capsula al dì a stomaco vuoto, poco prima di fare colazione), accompagnandolo con un grande bicchiere di spremuta di agrumi misti oppure con un frullato di mela verde o di kiwi. La vitamina C, infatti, facilita il corretto assorbimento dei nutrienti contenuti nel reishi; l’assunzione dell’integratore deve proseguire per almeno un mese e può essere ripetuta più volte l’anno.