Si chiama Empagliflozin il farmaco raccomandato per il trattamento dei pazienti adulti con scompenso cardiaco cronico sintomatico a ridotta frazione di eiezione. A esprimere un parere positivo è il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP, Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA, European Medicines Agency).
“Lo scompenso cardiaco è una condizione progressiva e debilitante che colpisce 60 milioni di persone in tutto il mondo. È la principale causa di ricoveri in Europa e non solo ha un impatto considerevole sulla qualità della vita di coloro che convivono con questa condizione, ma è anche causa di una pressione significativa sui sistemi sanitari” dichiara Faiez Zannad, M.D., Ph.D., Clinical Investigator del programma EMPEROR e Professore Emerito di Terapia Medica presso l’Università della Lorena, in Francia.
La grave, e comune, complicazione dell’infarto si verifica quando il cuore non riesce a pompare il sangue nelle quantità necessarie all’organismo e si manifesta sul paziente con mancanza di fiato e affaticamento, che possono avere un impatto significativo sulla loro qualità di vita.
A confermare la validità di Empaglifozin è lo studio EMPEROR-Reduced (EMPagliflozin outcomE tRial in patients with chrOnic heaRt failure), condotto per valutarne la sicurezza e l’efficacia in pazienti con scompenso cardiaco cronico a ridotta frazione di eiezione (HFrEF). I risultati hanno dimostrato una riduzione significativa del 25% del rischio relativo composito di mortalità per cause cardiovascolari o di ospedalizzazione per scompenso cardiaco. I risultati dell’endpoint primario sono stati coerenti nei sottogruppi con o senza diabete di tipo 2 e hanno dimostrato che il farmaco ha ridotto del 30% il rischio e le ricorrenti ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, rallentando significativamente il declino della funzionalità renale.
Lo studio è parte di EMPOWER, il più ampio e completo programma di studi condotto su inibitori SGLT2 per valutare l’impatto del farmaco sui principali esiti clinici cardiovascolari e renali in uno spettro di condizioni cardio-renali-metaboliche, causa principale di mortalità in tutto il mondo.
Empagliflozin è un inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) orale, altamente selettivo, in mono somministrazione giornaliera, ed è il primo farmaco per il diabete di tipo 2 che recepisce, nel Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto in diversi Paesi, dati di riduzione del rischio di morte per cause cardiovascolari.
“Se la Commissione Europea concederà l’autorizzazione all’immissione in commercio, Empagliflozin rappresenterà un’importante opzione terapeutica addizionale per milioni di persone in Europa che già vivono con lo scompenso cardiaco cronico sintomatico a ridotta frazione di eiezione”, conclude Zannad.