I bambini che hanno vissuto esperienze negative nel corso della loro infanzia potrebbero avere meno probabilità di sviluppare problemi di salute mentale in età adulta se praticano sport di squadra. È quanto emerge da un recente studio statunitense.
Tra le esperienze infantili avverse maggiormente ricorrenti, bisogna annoverare quella dell’essere testimoni di scontri o divorzio tra i genitori, di avere un genitore con una malattia mentale o tossicodipendente o essere vittima di un abuso sessuale, fisico o emozionale. Queste gravi esperienze sono associate al cosiddetto “stress tossico” che determina problemi fisici e mentali, con familiarità per le generazioni successive.
Il team di ricercatori guidato da Molly Easterlin, della University of California di Los Angeles e del Cedars-Sinai Medical Center, si è concentrato sulla possibilità o meno che gli sport di squadra – che numerosi altri studi hanno correlato a molti benefici fisici e psicologici – diminuiscano le possibilità di sviluppare problemi mentali duraturi in adulti che hanno vissuto esperienze devastanti durante l’infanzia.
I ricercatori hanno seguito per più di dieci anni 4.888 ragazzi che hanno vissuto questo tipo di esperienze e 4.780 non esposte a tali problemi, a partire da quando avevano in media 15 anni di età. Gli adolescenti che praticavano sport di squadra presentavano il 24% in meno delle probabilità di ricevere diagnosi di depressione in gioventù e il 30% in meno delle probabilità di vedersi diagnosticare ansia.
“I nostri dati indicano che la partecipazione a sport di squadra negli adolescenti potrebbe essere associata a esiti di salute mentale più favorevoli in età adulta grazie a una maggiore autostima, una percezione più forte di accettazione sociale e la sensazione di una maggiore connessione con l’ambiente scolastico”, commenta Easterlin.
L’esperienza maggiormente segnalata era la presenza di un solo genitore, che ha riguardato il 27% di tutti i partecipanti allo studio, seguita dalla carcerazione di un genitore, che ha interessato il 27% dei soggetti, e dall’abuso di alcool da parte del genitore, segnalato nel 14% dei casi. L’abuso sessuale è stata l’esperienza infantile avversa meno comune, che ha riguardato solo il 5% dei ragazzi, seguita dall’abuso fisico per il 9% dei soggetti e dall’abbandono emotivo per l’11% dei partecipanti.
“Gli sport di squadra sono particolarmente benefici per i giovani perché mettono insieme un gruppo che lavora in maniera congiunta per raggiungere un obiettivo condiviso”, osserva Mercedes Carnethon, della Feinberg School of Medicine alla Northwestern University di Chicago, che ha scritto l’editoriale di accompagnamento dello studio. “Aiutarsi gli uni con gli altri, fare compromessi, andare avanti nelle difficoltà e affrontare inevitabili sconfitte hanno similitudini con la vita. – conclude Carnethon – Queste lezioni possono aiutare i ragazzi a superare le difficoltà conseguenti alle loro esperienze infantili avverse”.