Gli esperti della European Society of Cardiology hanno pubblicato sullo European Heart Journal le nuove linee guida sulla stimolazione cardiaca e sulla terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT), illustrando le principali novità sui metodi di stimolazione introdotte a partire dal 2013, anno della precedente stesura. Il nuovo documento cita, tra l’altro, i nuovi approcci alla stimolazione per le situazioni in cui un episodio sincopale è legato a riflessi cerebrali anomali (sincope neuromediata). Tra le novità, anche le indicazioni per la CRT nell’insufficienza cardiaca, modificate proprio grazie all’interessamento degli esperti che hanno redatto le linee guida. Ci sono sezioni dedicate alla stimolazione dopo un impianto di valvola aortica transcatetere (Tavi) e dopo interventi cardiochirurgici in genere. C’è poi una parte che tratta delle differenze di genere, sottolineando il fatto che le indicazioni alla stimolazione cardiaca e i tassi di complicanze differiscono tra uomini e donne. “All’inizio la stimolazione era a frequenza fissa, mentre oggi è più sofisticata. – spiega Michael Glikson, dell’Università Ebraica di Gerusalemme in Israele e coordinatore del gruppo di esperti che ha firmato il documento nota come stimolazione fisiologica – Le nuove tecniche simulano da vicino la normale attività elettrica del cuore”.
Le linee guida introducono anche nuovi approcci alla stimolazione del sistema di conduzione, in particolare del fascio di His e del fascio sinistro, per ottenere stimolazioni ancora più fisiologiche. Il nuovo documento, tuttavia, non si occupa soltanto delle tecniche di stimolazione e resincronizzazione, ma lascia spazio anche a raccomandazioni su come ridurre le complicanze. Da una parte suggerisce la somministrazione preoperatoria di antibiotici entro un’ora dall’incisione cutanea per ridurre il rischio di infezione correlata al dispositivo, dall’altro l’uso di clorexidina per disinfettare la pelle nel sito dell’incisione. “Il dispositivo di resincronizzazione è posto in una tasca creata sotto la pelle e il suo lavaggio con soluzione salina dovrebbe essere preso in considerazione prima di suturare la cute per ridurre il rischio di contaminazione”, scrivono gli esperti. Conclude Glikson: “In certe situazioni può essere considerato l’uso di un involucro a rilascio di antibiotico nei pazienti sottoposti a reintervento sul dispositivo, mentre l’impianto permanente di un pacemaker non andrebbe mai eseguito nei pazienti con febbre”.