I pazienti con osteoartrosi riportano un significativo sollievo a seguito del trattamento con ablazione a radiofrequenza a freddo, una nuova tecnica capace di “stordire” i nervi delle articolazioni di spalla ed anca per ridurre il dolore, riuscendo talvolta ad eliminarlo del tutto. Lo confermano i dati di uno studio condotto su un totale di 23 pazienti da Felix Gonzalez, della Emory Uniersity di Atlanta.
La procedura consiste nell’inviare una lieve corrente al nervo sensoriale per riscaldare i tessuti ed interrompere le fibre, con l’effetto di rallentare la trasmissione del dolore o arrestarla del tutto. Viene mirato solamente il nervo problematico, ottenendo un effetto altamente localizzato.
Il trattamento si effettua in due fasi. Nella prima il paziente con dolore alla spalla riceve un anestetico per bloccare i nervi sensoriali articolari sovrascapolare, pettorale laterale ed ascellare, mentre quello con dolore all’anca riceve il blocco dei nervi otturatore e femorale.
A distanza di 1-2 settimane gli stessi nervi vengono trattati con ablazione a radiofrequenza a freddo. Sotto guida radiografica, il medico riscalda il nervo interessato con un ago lievemente più spesso rispetto a quelli usati per l’agopuntura per una durata di circa 2 minuti, giungendo ad una temperatura di circa 60 gradi, con il risultato di rallentare o interrompere la trasmissione del dolore e lasciando il nervo intatto.
Il trattamento si presta ai pazienti non candidati alla chirurgia. I pazienti con un BMI superiore a 35, anamnesi di ipertensione, cardiopatie o ictus multipli vengono comunemente trattati con oppioidi. I pazienti con dolore lieve-moderato vengono gestiti mediante terapia fisica ed iniezioni, mentre quelli con dolore grave vengono operati, ma quelli che rientrano nelle categorie intermedie e non sono candidati alla chirurgia sono a rischio di overdose di oppioidi, quindi il trattamento proposto è una buona soluzione.
Secondo alcuni esperti lo studio dimostra la sua efficacia , anche se
il lato negativo dell’ablazione a radiofrequenza consiste nel fatto che essa tratti solamente il sintomo e non la causa, e la sua efficacia sia di solito limitata nel tempo, come accade con i corticosteroidi. Rimane da accertare se il controllo del dolore si estenda al di là dei 3 mesi di monitoraggio riportati nello studio, quale sia l’efficacia di questo metodo in rapporto ad altri interventi come la terapia fisica o iniettiva e quali siano gli oneri economici comportati dal trattamento stesso rispetto ad altre procedure, dato che l’ablazione a radiofrequenza di solito non è una terapia a buon mercato.