Per coloro che sono ipertesi, la possibilità di auto misurarsi la pressione in casa, presenta svariati vantaggi: in primo luogo evita la così detta “sindrome da camice bianco”, inoltre, permette di registrare l’andamento dei valori di pressione nell’arco della giornata e di metterli in relazione con le diverse attività quotidiane, fornendo maggiori informazioni, utili per la diagnosi ed il controllo, rispetto alla singola misurazione effettuata nello studio medico. Uno studio condotto all’Università di Alberta, in Canada, pubblicato sull’American Journal of Hypertension ci mostra come queste misurazioni casalinghe non siano così accurate, infatti, nel 70% dei casi sono errate.
I dispositivi elettronici oggi in commercio, pratici da usare e di facile lettura, consentono ai pazienti di controllare i valori di pressione in pochi minuti, e non solo: i dispositivi più moderni sono anche in grado di registrarli e inviare automaticamente i dati al medico indicato.
Per determinare l’accuratezza di queste misurazioni, i ricercatori canadesi hanno reclutato 85 soggetti maggiorenni in possesso di un dispositivo elettronico per la misurazione della pressione. Durante lo studio, quattro misurazioni di riferimento per ogni soggetto sono state effettuate da operatori esperti utilizzando sfigmomanometri a mercurio e determinando i valori di pressione dall’auscultazione dei suoni di Koroktoff: la comparsa del primo suono corrisponde alla pressione sistolica (o massima), mentre l’ultimo suono indica il valore della pressione diastolica (o minima).
Altre quattro misurazioni per soggetto sono state registrate con i dispositivi elettronici forniti da ciascuno. Questi dispositivi sono invece basati su un’analisi oscillometrica: attraverso algoritmi opportuni le variazioni di pressione indotte su un sensore dal passaggio di sangue nell’arteria sono messe in relazione con i valori della massima e della minima. Tali algoritmi possono differire a seconda del modello di misuratore e sono mantenuti segreti dai costruttori. Per ogni serie di quattro misurazioni, i valori medi sono stati calcolati e impiegati nell’analisi, i cui risultati non sono molto incoraggianti.
Infatti, quasi i tre quarti delle misurazioni di pressione sistolica o diastolica effettuate con i dispositivi elettronici si discostano di più di 5mmHg dal valore di riferimento ottenuto con lo sfigmomanometro, e nel 30% dei casi i dispositivi elettronici hanno sovrastimato o sottostimato di più di 10mmHg i valori di pressione reali. Tali differenze sono clinicamente rilevanti e possono fare la differenza nella diagnosi e nel controllo dell’ipertensione. Le ragioni di queste differenze possono essere molteplici: dalle differenze individuali, ad esempio nella forma e dimensioni delle braccia, o nella rigidità delle arterie, a caratteristiche costruttive dei misuratori di pressione. Vista l’importanza delle misurazioni domestiche per il controllo dell’ipertensione, il gruppo canadese da un lato raccomanda ai pazienti di ripetere più volte le misurazioni, per ottenere risultati più affidabili, dall’altro auspica la collaborazione tra aziende e mondo della ricerca al fine di individuarne i limiti e migliorarne l’accuratezza.