Le emorroidi sono morbidi cuscinetti vascolari situati nella parte terminale del canale rettale. Con la loro presenza contribuiscono al mantenimento della continenza fecale, gonfiandosi e sgonfiandosi a seconda delle necessità. Fisiologicamente asintomatiche, in particolari condizioni possono gonfiarsi dando origine ai classici sintomi della malattia emorroidaria. Il termine “emorroidi” viene quindi impropriamente utilizzato per descrivere una condizione parafisiologica in cui le vene emorroidali si dilatano eccessivamente formando varici.
In quanto alla frequenza, si stima colpiscano almeno una volta nella vita circa il 90% della popolazione.
Alla base di tali alterazioni figurano predisposizioni genetiche influenzate dallo stile di vita e da altri fattori predisponenti come gravidanza, stipsi o diarrea cronica.
Il prurito, la sensazione di fastidio e il bruciore nella zona anale sono altri sintomi molto comuni in chi soffre di emorroidi. Non si tratta qui di dolore quanto piuttosto di un senso di pesantezza a livello ano-rettale, disagio fastidioso con cui il paziente può convivere per periodi più o meno prolungati.
In realtà i sintomi caratteristici di questa malattia sono comuni a diversi disturbi proctologici, spesso erroneamente etichettati come emorroidari.
Escluse patologie organiche della regione ano-rettale di pertinenza del proctologo, la Sindrome Emorroidaria potrebbe essere conseguenza di un rallentamento della funzione epatica, con congestione del circolo venoso portale, di cui il plesso emorroidario costituisce la parte più distale. La programmazione bionutrizionale dovrà:
1 – escludere tutti gli alimenti e le associazioni in grado di rallentare la funzionalità epato-biliare, in particolare i formaggi e altri derivati del latte, l’uovo sodo, i primi piatti particolarmente elaborati, le carni di difficile digestione come i bolliti, i brodi o lo spezzatino, le verdure ricche di beta-carotene e vitamina K come la zucca o la carota cotta;
2 – esercitare un moderato stimolo epatico con soffritti e fritti, scegliendo cibi ricchi di potassio come patate, agretti, zucchine, cardi, carciofi, bietole, topinambur, etc.; fra le verdure lesse saranno utili i fagiolini, oltre alle citate zucchine, i carciofi, i cardi e gli agretti; fra le verdure crude saranno da evitare le lattughe, mentre potrebbero essere proposte le puntarelle, le indivie belghe, la scarola, etc.;
3 – di grande utilità le tisane di foglie di carciofo o di cardo e, soprattutto, l’impiego graduale del peperoncino, a torto sconsigliato ma in grado di decongestionare il circolo portale e cicatrizzare le lesioni del plesso emorroidario.