Una dieta a base vegetale, quindi fatta di frutta, verdura, noci, caffè e legumi, potrebbe ridurre l’incidenza di diabete e malattie cardiovascolari, grazie a una minore produzione di molecole infiammatorie. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Obesity Science and Practice, che evidenzia una riduzione di quasi l’80% dei prodotti finali della glicazione (AGE, glycation end-products), un biomarcatore implicato in malattie croniche. «La semplice sostituzione di carne grassa e latticini con una dieta a basso contenuto di grassi a base vegetale ha portato a una significativa diminuzione dei prodotti finali della glicazione, composti infiammatori che si trovano in misura maggiore nei prodotti animali rispetto alle piante» spiega il primo autore dello studio Hana Kahleova, direttore della ricerca clinica presso il Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM). «La diminuzione degli AGE è stata associata anche a una perdita di peso media di 6,4 kg e a una migliore sensibilità all’insulina».
Gli AGE possono essere assunti attraverso la dieta e i prodotti animali ne contengono generalmente quantità superiori rispetto ai vegetali. Questi composti si formano normalmente come risultato della reazione spontanea e non enzimatica dei gruppi carbonilici degli zuccheri con i gruppi amminici liberi delle proteine, a velocità maggiore nelle persone con sindrome metabolica, un gruppo di condizioni concomitanti che includono glicemia, colesterolo e pressione sanguigna elevati, oltre a resistenza all’insulina.
Lo studio ha coinvolto 244 partecipanti in sovrappeso, assegnati in modo casuale a un gruppo di intervento che seguiva una dieta a basso contenuto di grassi a base vegetale, o a un gruppo di controllo che manteneva la dieta abituale per un totale di 16 settimane. All’inizio e alla fine dello studio è stata misurata la composizione corporea ed è stata valutata la sensibilità all’insulina.
Nel gruppo a base vegetale, gli AGE nella dieta sono diminuiti del 79% (P<0,001) rispetto al 15% nel gruppo di controllo (P<0,005). Circa il 55% della ridotta assunzione nel gruppo a base vegetale era attribuibile a un minor consumo di carne, il 26% a un introito inferiore di latticini e il 15% di grassi aggiunti. La riduzione del consumo di carne bianca ha fatto la differenza maggiore negli AGE dietetici provenienti dalla carne (59%), seguita dalla carne lavorata (27%). Il peso corporeo è diminuito di circa 6,4 kg, rispetto a circa 1 kg nel gruppo di controllo (P<0,001), in gran parte grazie alla riduzione della massa grassa e in particolare del grasso viscerale. Nel gruppo di intervento è migliorata anche la sensibilità all’insulina. «Questi risultati supportano le precedenti osservazioni sugli effetti favorevoli delle diete a basso contenuto di AGE su peso, adiposità e resistenza all’insulina e le estendono per dimostrare che tali effetti possono essere raggiunti solo con cambiamenti qualitativi nella dieta» concludono i ricercatori.