Dolore cronico, infertilità, mal di testa, affaticamento, oltre a disfunzione intestinale e vescicale. Sono questi i sintomi principali dell’endometriosi, una patologia che colpisce milioni di donne nel mondo, ma per cui vi sono attualmente poche e valide opzioni di trattamento. Ma un vasto atlante cellulare può rappresentare un punto di svolta nella ricerca di nuove cure. A realizzarlo sono stati i ricercatori del Cedars-Sinai, un ospedale situato a West Hollywood, California, USA, che hanno creato un profilo molecolare unico e dettagliato dell’endometriosi, derivante dall’analisi di 400mila singole cellule provenienti da appena 21 pazienti, alcune delle quali con la patologia, proprio al fine di definire meglio la malattia, i sottotipi e la progressione. I risultati sono descritti sulla rivista Nature Genetics.
Come spiega Matthew Siedhoff, coautore dello studio, “l’identificazione di differenze cellulari a un livello così dettagliato dovrebbe consentirci di comprendere meglio le origini, la progressione naturale e i potenziali bersagli terapeutici per il trattamento. Attualmente siamo limitati alla terapia ormonale e all’escissione chirurgica, con successo variabile e frequente recidiva della malattia”.
I ricercatori del Cedars-Sinai hanno già iniziato a utilizzare il nuovo atlante cellulare dell’endometriosi per testare bersagli terapeutici in un modello murino della malattia. “Questa risorsa può ora essere utilizzata dai ricercatori di tutto il mondo per studiare specifici tipi di cellule in cui sono specializzati – conclude Kate Lawrenson, coautrice senior della ricerca – il che, si spera, porterà a una diagnosi e un trattamento più efficaci per le pazienti con endometriosi. È davvero un punto di svolta”.