La protezione cardiovascolare è sicuramente l’azione indiretta più importante.
Lo sport aumenta il colesterolo HDL il cosiddetto colesterolo buono (in contrapposizione al colesterolo LDL, noto anche come colesterolo cattivo); chi ha problemi di colesterolo, probabilmente non li risolverà con lo sport, ma aumentando il colesterolo buono ridurrà l’indice di rischio che è dato dal rapporto fra colesterolo totale e colesterolo buono (il limite di tale rapporto è per l’uomo attorno a 5 e per la donna a 4,5).
La diminuzione dei grassi circolanti nel sangue (trigliceridi) riconduce a un rischio minore di coronaropatia; grazie allo sport si possono anche ridurre gli effetti di un’ alimentazione scorretta, nell’attesa che lo sportivo si educhi verso una migliore qualità della vita, mangiando in modo più sano e razionale.
Ci preme inoltre far notare che un’ attività piuttosto intensa consente di ridurre il tasso di fibrinogeno e la viscosità del sangue, riducendo il rischio di trombosi.
Vale anche la pena di ricordare, infine, che alcuni anni fa al Congresso Mondiale di Cardiologia (Barcellona, 2-6 settembre 2006) fu affermato che fra i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari deve essere compresa anche l’ elevata frequenza del cuore a riposo. Sopra i 70 battiti deve esserci attenzione, sopra gli 80 scatta l’ allarme.
Chi sa fare due conti scopre subito che la notizia emersa a Barcellona è una delle più grandi promozioni allo sport aerobico, perché , in termini probabilistici, spazza via le paure di un’ intensità a medio-alto livello che molta gente ha.
Infatti supponiamo che un soggetto abbia a riposo 75 pulsazioni (quindi sia nella zona gialla di rischio).
Facendo sport aerobico frequentemente (almeno 3 volte alla settimana) e a intensità medio-alta arriva a portare le sue pulsazioni di base a 65. Con sole 3 ore settimanali in cui le pulsazioni sono di media a circa 150 battiti. Ecco la situazione:
- prima (sedentario): 756.000 battiti alla settimana;
- Dopo (sportivo): 670.500 battiti alla settimana.
Un risparmio non certo inficiato da quelle tre ore in cui il cuore sale a 150, un risparmio di oltre 100.000 battiti, l’ 11,3%!
Il dato 11,3% è abbastanza in linea con il guadagno di vita media (su 80 anni sono circa 9 anni) che la ricerca attribuisce alla pratica sportiva aerobica visto che concorre ad abbassare anche altri fattori di rischio come il sovrappeso , l’ipertensione arteriosa ecc.