Per affrontare la questione dei problemi dermatologici su cute nera, bisogna capire se esistono delle malattie peculiari della pelle nera o strutture cutanee che possono caratterizzare la pelle nera da quella bianca. Analizzando questi studi dermatologici, si evince che esistono solo alcuni dati che confermano la presenza di peculiarità tipiche della cute nera. A tal proposito diventa molto complicato poter affermare che, le popolazioni, in base alle caratteristiche razziali, possano essere più soggette di altre a determinate malattie.
Per questo, più che di fattori razziali, nell’insorgenza delle malattie, siano esse cutanee che non, bisogna fare affidamento ai fattori genetici, ambientali, ecologici, economici, sociali, alimentari, professionali e soprattutto la possibilità di accedere o meno ai servizi medici adeguati. Sappiamo infatti che la razza, non determina il colore dellapelle, e il colore della pelle non definisce la razza. Possiamo affermare con chiarezza che non esiste una “razza caucasica”, così come non esiste una “razza nera” e che il colore della pelle di un individuo è dato dall’interazione di numerosi fattori biologici, genetici, ambientali e culturali. Occorre sottolineare, inoltre, che la “pelle nera” non è nera, così come la “pelle bianca” non è realmente bianca e meno che mai esiste la pelle gialla. In effetti, le differenti pigmentazioni cutanee, le percepiamo così grazie a delle variazioni nello spettro del rosso. Tra tutti i primati, solo gli esseri umani possiedono una cute quasi del tutto priva di peli e che può assumere diverse sfumature di colore.
Molti studiosi affermano che le differenti colorazioni della pelle degli abitanti del mondo, sono tutt’altro che casuali, ma prodotte da processi evolutivi di adattamento. Infatti, le popolazioni concentrate in prossimità dell’equatore tendono ad una cute scura, mentre più ci si avvicina ai poli, la tendenza cutanea sarà più chiara. Per molto tempo si è creduto che la pelle scura si fosse evoluta per proteggere dai carcinomi cutanei, ma una serie di recenti osservazioni oggi ci indirizza verso una nuova interpretazione della pigmentazione umana. Dati bio-antropologici ed epidemiologici indicano che ladistribuzione su scala mondiale del colore della pelle umana è dovuta alla selezione naturale che agisce per regolare gli effetti della radiazione ultravioletta su alcune sostanze nutritive indispensabili per il processo riproduttivo degli esseriumani: i folati e la vitamina D.
In tutto il mondo la pigmentazione umana si è evoluta in modo che la pelle fosse abbastanza scura da impedire alla luce solare di distruggere i folati, ma abbastanza chiara da favorire la produzione di vitamina D. Tutte le malattie cutanee che si riscontrano sulla pelle bianca, si osservano anche su quella scura; non ci sono malattie cutanee specifiche della pelle nera, quindi l’approccio etio-patogenetico rimane lo stesso. Tuttavia, è evidente che il dermatologo, deve porre particolare attenzione al diverso modo in cui può apparire la stessa dermatosi, che si presenta in forma differente su cute chiara e su cute scura, oppure alla diversa reazione che lo stesso processo patologico può provocare sulla pelle nera.
Infatti, si riscontrano, sulla pelle scura, delle reazioni cutanee che possono essere accentuate o al contrario possono apparire in modo estremamente labile, per questo è sempre necessario un approccio diagnostico e terapeutico specifico.