I risultati hanno evidenziato come le donne (ed in particolare coloro che erano affette da obesità) che si sono dedicate all’esercizio fisico per 300 minuti a settimana abbiano beneficiato di un ingente abbassamento della percentuale di grasso corporeo totale, un risultato degno di nota soprattutto perché un’alta percentuale di grasso corporeo in post-menopausa è stato associato ad un aumentato rischio di sviluppare un tumore al seno.
E non solo: «un probabile collegamento tra attività fisica e rischio di cancro al seno in post-menopausa è supportata da più di 100 studi epidemiologici, che hanno rilevato come l’abbassamento della percentuale di grasso corporeo sia un importante (anche se non l’unico) mediatore di questa associazione» precisa la dottoressa Christine M. Friedenreich, autrice dello studio.
I risultati ottenuti dalla nostra sperimentazione – prosegue la ricercatrice – soprattutto per quanto riguarda le donne affette da obesità, forniscono un incentivo per incoraggiare le donne in post-menopausa a dedicarsi alla pratica di un’attività fisica per almeno 300 minuti a settimana, ovvero la quantità di esercizio fisico minima raccomandabile per prevenire l’insorgenza al seno.
Ma quale attività fisica è risultata essere particolarmente efficace?
«In generale, qualsiasi attività aerobica che abbia permesso di aumentare la frequenza cardiaca del 65-75% è risultata particolarmente benefica – prosegue la dottoressa Friedenreich – Nello specifico, durante lo studio, le sessioni di allenamento hanno contemplato l’impiego della macchina ellittica e della bicicletta, nonché della corsa e di camminate a passo veloce».
Insomma l’attività fisica si rivela nuovamente una strategia non invasiva e assolutamente accessibile a chiunque per prevenire l’insorgenza di gravi patologie connesse con l’eccesso ponderale e l’invecchiamento.