I soggetti in questione, infatti, erano 25 appartenenti ad ognuna delle 4 etnie principali: afroamericani, latinoamericani, caucasici e cinesi. Di 400 specie batteriche prese in considerazione solo il 2% era presente in tutti e quattro anche se in quantità diverse, l’8% era in oltre il 90% degli esaminati e così via. Infine, 33 dei 77 generi batterici hanno mostrato significative differenze fra le “etnie”. Una delle conclusioni è stata che mediamente l’etnia del soggetto è determinatadalla flora orale con un’accuratezza del 62%. In particolare, gli afroamericani sono identificabili sempre. I risultati meno accurati si sono avuti per i cinesi. È stato osservato che la popolazione caucasica (bianchi) e gli afroamericani condividono i medesimi cibi e ambienti da diverse generazioni perché stiamo parlando di gruppi etnici presenti negli USA.Anche limitandosi alla semplice presenza o meno di specie batteriche, tralasciando la quantità, si riesce ad identificare l’etnia anche se con minore precisione. Se ne deduce che la composizione genetica di una popolazione umana influenza la qualità e quantità della flora batterica.
Passando ad altro. Recenti scoperte hanno attribuito un ruolo, non necessariamente causale, dei microbi nell’artrite reumatoide, RA, potrebbe essere confermato visto che secondo uno studio nelle feci di pazienti con RA si è riscontrato unaumento della quantità di Prevotella Copri rispetto alla norma che risulta correlata alle caratteristiche genetichepredisponenti alla RA. Anche il comportamento del batterio è diverso culminando con un calo importante di alcune vitamine. Secondo le conclusioni il fattore principale è la predisposizione genetica seguito poi dall’aumento di Prevotella associato ad una ridotta capacità di combattere infiammazioni e fornire nutrienti.
Da decenni è stata notata un’associazione fra cancro colorettale e microbioma intestinale. Circa il 75% dei cancri non presenta una causa genetica. Uno studio mette in risalto la modulazione del cancro colorettale (CRC) nei topi da parte delmicrobioma intestinale. Si è visto che il microbioma si modificava con una riduzione della varietà dei microbi ed un aumento di quelli che favorivano l’infiammazione. In un esperimento agli animali da laboratorio che stavano sviluppando cancri, gli è stata somministrata acqua con antibiotici. Si è avuto un calo del numero di tumori e delle loro dimensioni. Quindi almeno nei topi il microbioma è rilevante per la tumorigenesi.
Da questi risultati interessanti, possiamo dedurre che si possono prevenire determinate situazioni, con una corretta alimentazione e trattando al meglio il proprio. C’è un sottile equilibrio tra le diverse forme di vita ed è molto importante mantenerlo, soprattutto con quelle che vivono al nostro interno; dipendiamo l’uno dall’altra.